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POVERTA' ALIMENTARE: UN FENOMENO DILAGANTE IN ITALIA

Aggiornamento: 21 gen




Nel 2023, 4,9 milioni di italiani, pari all'8,4% della popolazione over 16, hanno dichiarato di non potersi permettere un pasto completo ogni due giorni. Inoltre, 2,9 milioni di persone (5,8% degli italiani sopra i 16 anni) non hanno potuto permettersi di mangiare fuori casa con parenti o amici almeno una volta al mese, segnando un aumento di un punto percentuale rispetto al 2022 e invertendo un trend di calo che durava da anni. Negli ultimi cinque anni, la distribuzione di aiuti alimentari è aumentata del 40%.

Questi dati emergono dal quinto rapporto sulla povertà alimentare di ActionAid, “I numeri della povertà alimentare in Italia a partire dalle statistiche ufficiali”, che analizza il fenomeno per intensità, diffusione e differenze regionali. La "deprivazione alimentare materiale" descrive l’incapacità di fare un pasto con carne, pollo, pesce o equivalente vegetariano almeno ogni due giorni; la "deprivazione alimentare sociale" indica l'impossibilità di mangiare fuori casa con amici o familiari una volta al mese. Dopo anni di miglioramento, entrambe le forme di deprivazione sono nuovamente in crescita.

Tra il 2019 e il 2023, il numero di beneficiari di aiuti alimentari forniti dal FEAD (Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti) è aumentato del 40%, passando da 2,08 a quasi 2,91 milioni di persone. Questo incremento ha interessato tutto il Paese, tranne il Friuli-Venezia Giulia; ad esempio, in Sicilia i beneficiari sono aumentati del 70%, mentre in Lombardia del 25,3%. Tuttavia, esistono ancora disparità significative: nel 2022 il 9,6% degli italiani viveva in povertà assoluta, ma solo il 4,9% riceveva aiuti alimentari, evidenziando un divario tra povertà e accesso agli aiuti. Questo divario è più marcato al Nord rispetto al Sud: in Piemonte, ad esempio, il 7,1% della popolazione vive in povertà assoluta, ma solo il 3,6% riceve sostegno alimentare. A livello cittadino, Roma guida la classifica assoluta degli aiuti con 152.572 beneficiari, seguita da Palermo (115.796) e Catania (81.699). Tra le città con il più alto numero di beneficiari in rapporto alla popolazione residente ci sono Catania (27,4%), Reggio Calabria (18,5%) e Palermo (18,4%). Al contrario, nelle città del Centro-Nord l’accesso agli aiuti è più contenuto: Milano e Roma, pur avendo alti numeri assoluti di beneficiari (rispettivamente 62.157 e 152.572), mostrano percentuali basse rispetto alla popolazione, rispettivamente il 4,5% e il 5,5%.

Roberto Sensi, Responsabile del Programma Povertà alimentare di ActionAid Italia, ha commentato:

“La povertà alimentare in Italia richiede interventi nuovi e più strutturali. Sebbene gli aiuti siano aumentati dopo la pandemia, essi rimangono una risposta parziale e di emergenza, non capace di risolvere le cause di fondo della povertà alimentare. Serve rinnovare le politiche di contrasto e adottare un monitoraggio sistematico a livello locale che vada oltre il semplice accesso economico al cibo, includendo aspetti come il benessere sociale e psicologico delle persone.”

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